Descrizione
La storia della Pinacoteca e dei Musei Civici di Jesi è caratterizzata da trasferimenti, cambiamenti di sede e separazioni, riflettendo il ruolo in evoluzione del museo nella città e l'importanza della tutela e valorizzazione del patrimonio locale. Nel 1866, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, le opere d'arte e il patrimonio librario furono centralizzati nell'ex convento di S. Floriano. Le discussioni e le decisioni dell'epoca portarono all'istituzione di una Pinacoteca pubblica nel 1868 per evitare che le opere d'arte della città fossero trasferite ad Ancona.
Inizialmente collocata in spazi inadeguati e umidi, la collezione affrontò numerose sfide, tra cui furti e danni causati dalle cattive condizioni di conservazione. Nel 1949, la collezione fu trasferita al Palazzo della Signoria, dove lo spazio rimase comunque limitato. Nel 1981, la collezione fu spostata al più adatto Palazzo Pianetti, un edificio settecentesco che presentava però alcune difficoltà a causa delle decorazioni interne e dell'altezza delle pareti.
Un aggiornamento significativo della Pinacoteca avvenne nel 2000, migliorando l'esposizione e integrando l'arte contemporanea. Il museo acquisì anche uno staff e una gestione dedicati, sottolineando il suo ruolo come istituzione culturale dinamica. Cambiamenti normativi nel corso degli anni hanno ulteriormente affinato le operazioni del museo, separandolo da altre istituzioni cittadine come la biblioteca e l'archivio.
Oltre alla Pinacoteca, nel 2000 Jesi istituì lo Studio per le Arti della Stampa, che documenta la tradizione tipografica della città, e nel 2002 il Museo Archeologico. Tuttavia, la gestione di queste molteplici istituzioni presenta delle sfide, portando a proposte di consolidarle nel Palazzo Pianetti per meglio preservare e esporre il patrimonio artistico di Jesi.
Autori
Romina Quarchioni