Descrizione

L’apertura del Porticello, nel 1605, collocato alla fine di via Pietro Grizi sulle mura Occidentali, si lega alla evoluzione e all’ampliamento urbanistico cinquecentesco della città che cercava nuovi spazi abitativi. La scelta delle autorità locali fu quella di ampliare Jesi verso sud, la zona pianeggiante al di fuori della Porta della Rocca (oggi Arco del Magistrato). Era quello l’antico borgo duecentesco abbandonato e chiamato "di Terra Vecchia" (oggi Corso Matteotti).

Il "porticello" rappresenta dunque una singolarità del tempo: si tratta di un passaggio pedonale comunale finanziato dai privati sulle mura cittadine e destinato ad un uso pubblico e gratuito; di sicuro lo possiamo interpretare come testimonianza di prestigio sociale per le nobili famiglie del tempo che lo finanziarono tuttavia, con gli occhi dello spettatore contemporaneo, intuiamo
il profondo senso di liberalità di quell’antica nobiltà che sentì l’esigenza e la responsabilità di contribuire, con le proprie disponibilità, al bene comune. Oggi, la piccola lapide da poco restaurata, collocata dal 1605 sopra l’archetto del "Porticello", e una cantina-vineria che occupa gli spazi delle antiche cantine e scuderie dei Grizi, rimangono i segni tangibili di una microstoria locale.

Autori

M. Sbaffi

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