Author's bio
Fu un pittore storico, sempre aderente allo stile e ai soggetti del neoclassicismo che aveva appreso dagli insegnamenti di David. Ma fu anche un validissimo autore di ritratti, nei quali profuse spesso accenti romantici. Dipinse molti soggetti a tutta persona, fra i quali Le Duc de Richelieu, Le Prince de Carignan, ecc.Al Salon del 1802 espose la tela Metamorfosi di Narciso, e continuò a essere presente, con rare interruzioni, fino al 1831.I suoi lavori più importanti nel periodo dell'impero furono "Achille si separa da Briseide" e "Atala morente fra le braccia di Chactas" (entrambi incisi poi da Landon nei suoi Annales du Musée); "Un episodio della vita di Fénelon", dipinto nel 1810, si trova al Castello di Malmaison, mentre "Passaggio del ponte a Landshut", dello stesso anno, è esposto a Versailles.La produzione più importante di Hersent, e la sua maggior fortuna, comunque, si collocano nel periodo della Restaurazione: "Luigi XVI consola gli afflitti" (Versailles) e "Dafni e Cloe" furono esposti al Salon del 1817, mentre, all'esposizione del 1819, la tela di soggetto storico "L'abdicazione di Gustavo Vasa" valse a Hersent una medaglia d'onore: il quadro, acquistato dal duca di Orléans, si trovava al Palais-Royal e venne distrutto nel 1848; ne rimane oggi solo l'incisione a opera di Henriquel-Dupont.Ruth, dipinto nel 1822, fu acquistato da Luigi XVIII, che fu sempre un potente patrono di Hersent: il re lo nominò ufficiale della Legion d'onore e lo raccomandò per un posto all'Institut de France (Académie des Beaux-Arts), dove occupò il seggio del pittore Gérard van Spaendonck, che era da poco deceduto.Anche sotto Carlo X Hersent continuò a essere trattato con molto favore: per il re dipinse "Monaci al Monte San Gottardo", esposto nel 1824. Nel 1831 Hersent presentò per l'ultima volta alcune sue opere al Salon: i ritratti dei sovrani Luigi Filippo d'Orléans e Maria Amalia di Borbone, e del loro figlio, il Duca di Montpensier. Dipinse anche due ritratti del compositore Gaspare Spontini, di cui uno è attualmente conservato a Berlino, l'altro (del 1825) nella Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea di Jesi.